mercoledì 1 giugno 2016

Bologna

Bologna
è un posto sozzo

[il mondo
è un posto sozzo]

una città perennemente coperta
da una patina di sporcizia palpabile
da uno strato sottile di unta vischiosità

[quante storie per qualche scritta sui muri]

che si giustifica con quell’aria da artista noncurante
che si atteggia a sovrana della Cultura
remota eredità dell’Università più Antica del Mondo

[e che mi dici degli anni ’70??]

o tutt’al più
retaggio sbiadito vecchio di 40 anni

Bologna
è un posto ambiguo

[il mondo
è un posto ambiguo]

un paesone provinciale travestito
da metropoli sovraffollata e snob
da spregiudicata capitale del mondo

[ti riferisci a quelle innocue fighette pacchiane?]

che si finge accogliente e sincera
che si mostra cosmopolita, aperta, ospitale
arricchita sui milioni di studenti che riceve ringhiando

[sono loro che urlano in piena notte e pisciano nel bel mezzo del centro]

e che scappano appena possono

Bologna
è un posto ostile

[il mondo
è un posto ostile]

che non ti guarda, ma ti osserva di sottecchi
che non ti accetta, ma ti giudica con un sogghigno altezzoso
che non ti accoglie, ma finge di offrirti da bere (solo se poi paghi tu)

[ma che intendi? dici che sono tirchi??]

Bologna
è un posto piccolo

[certo, nessuna pretesa di grande metropoli infatti]

piccolo nel senso di immaturo
piccolo nel senso di timido
piccolo nel senso di chiuso
perché non ha imparato niente
perché non sa dire né grazie né scusa
perché tutti sono sboroni  per mascherare l’inadeguatezza
ma sotto sotto se la fanno nelle mutande


e sanno che non ci arriveranno mai

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