giovedì 16 settembre 2010

Shantaram

Questo è un libro che ti rimane appiccicato addosso, un po’ come per effetto dell’umidità di Bombay, stando a quello che si dice in generale dell’India, di cui probabilmente non riesci a liberarti neanche dopo una doccia fredda.

Gregory David Roberts è uno che lo devi vedere. Finisci il libro e la prima cosa che fai è andare in internet a cercare qualcosa di più. Esiste un sito dedicato espressamente a Shantaram, con sulla home page la foto dell’autore in sella a un chopper con una faccia solcata da rughe sottili e una treccia bionda lunga fino alle spalle. E finalmente riesci a dare un volto a quel tipo strano, passionale, furbo e chissà cos’altro che ti è rimasto incollato addosso in modo così potente per tutte le 1177 pagine.

Qualsiasi riferimento alla trama è superfluo. È inutile dire che la storia è la storia vera dell’autore, soffermarsi a discutere di tutti i riferimenti culturali, politici, storici e sociologici, o parlare della natura inclemente, della complessa fauna umana o delle situazioni estreme che incontri andando avanti nella storia. Sfogli le pagine e segui i personaggi, o meglio, le persone, entri nelle vicende, nelle discussioni, nelle passioni e nelle lotte e non ti chiedi perché e non ti fai domande. Tutto è come deve essere. È così che deve andare. Ed è così che mi immagino l’India.

E poi, comunque, sorridi. Il sorriso è una delle cose che compare fin dall’inizio del libro ed è una costante fino alla fine. Il sorriso come veicolo di apertura, come segno di accettazione che non significa rassegnazione. È come se rappresentasse qui una serenità pacata, una specie di “amore per l’universo” che si esprime in modo diffuso ma discreto, nonostante tutto, nonostante la miseria, le violenze, le torture, nonostante la guerra, i mafiosi e i carcerieri.

A quel punto devi per forza saperne di più e collocare quella sorta di “cosa” che ti ha preso allo stomaco in un contesto più definito. Ecco l’impellenza di cercare notizie in internet.

Sul sito, poi, ci sono delle “note” dell’autore: un saggio a tutti gli effetti sull’architettura del romanzo, sui diversi livelli di simbolismo e su vari aspetti narrativi del libro (con tanto di sezione dedicata a commenti e interventi da parte dei lettori, ovviamente). Quindi, finalmente, a freddo, ti puoi regalare un approfondimento sull’opera, una “lettura della lettura” che ti porta oltre l’impatto emotivo iniziale in una dimensione più letteraria. E, tra l’altro, è Mr Roberts in persona che ti spiega direttamente come ha concepito il libro e cosa ci sta sotto… e quando ti ricapita??

Un’opera globale, libro, sito, persona, vita. Vale la pena.

Titolo: Shantaram
Autore: Gregory David Roberts
Edizioni: Neri Pozza

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