venerdì 4 settembre 2009

Auto da fé

Come si fa a scrivere un commento a un libro così? La prima parola che mi viene in mente è “strano”. Poi in successione: grottesco, surreale, estremo. Strana l’ambientazione, strani i personaggi, strano il linguaggio, strane le situazioni. E non perché la vicenda non sia ambientata in una città normale, o in un appartamento normale o in un monte dei pegni normale, ma perché il contesto è in qualche modo falsato, immerso in una specie di nebulosa da sogno anzi, spesso da incubo, che distorce i contorni e altera le percezioni.

I personaggi sono assoluti ed estremi: se hanno un’idea ne fanno la loro vita, se hanno una fobia ne sono dominati fino alla morte, e se hanno un obiettivo, questo si trasforma in idea e poi in fobia, tanto diventa ossessivo e imperante.


Così non c’è una singola azione o frase del libro che risulti verosimile, e nonostante questo, in realtà tutto è congruente alla logica complessiva della narrazione e ogni azione o frase contribuisce ad alimentare il processo di costruzione e distruzione del gioco degli estremi.

Titolo: Auto da fé
Autore: Elias Canetti
Edizioni: Adelphi

4 commenti:

Il Democritico ha detto...

Ma la battuta "Bondi: "Liberiamo la cultura dalla politica". Ci dica solo quant'è il riscatto." è tua?
Grande! Era un po' che non tornavo sul tuo blog e guarda che becco su facebook!

Martina Orsini ha detto...

eh no... in effetti è carina, ma non è mia!

Il Democritico ha detto...

Preso in inganno dalla firma (abulafia), trattavasi di coincidenza! ;)

Ivan Fedorovic ha detto...

libro fantastico.....e la parte in cui Kien si mette a parlare ai libri della sua biblioteca come un generale ad i suoi soldati e Fichte grida "Io"..stupendo...